martedì 2 novembre 2010

Viaggiare è come morire, più o meno dolorosamente.

Nessuno si era mai chiesto dove fosse finita, che fine avesse fatto.
Era scomparsa da mesi, per sempre, e nessuno se ne preoccupava.
Era morta e nessuno se ne curava.
La trovò così, nella strada in cui lei stessa decise di morire, dimenticata dal mondo.
Non la conosceva e non l'avrebbe mai conosciuta, ma se ne innamorò perdutamente.
Perdeva le notti nei suoi occhi vuoti di una vita passata soffrendo, accarezzando i capelli che cominciavano già a sfaldarsi.
Moriva giorno dopo giorno anche lui, devastato dall'odore di morte che invadeva sempre più la stanza, la casa, la mente.
Il mondo fuori chiedeva attenzione. Bollette, lavoro arretratro, debiti, responsabilità...
Ed il mondo, chiedendo soldi e falsi sorrisi, li trovò così, due sconosciuti morti in un abbraccio, nella migliore storia d'amore che avessero mai avuto.

a Torino e a tutto ciò che c'era dentro, in quel momento.

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