venerdì 11 dicembre 2009


Stavo seduta, da sola, sulla panchina davanti casa, ad ascoltare il tuuuut del cellulare che ti chiamava.

Si era alzato il vento e tutto cominciava a muoversi isterico, tranne le case.
Mi aggrappo al cappotto, la staticità delle case mentre il vento muove me e tutto il resto mi ha sempre dato un senso di vertigine.
Il sole si faceva sempre più piccolo, mangiato lentamente da nuvole scure e basse.

"Ora piove" mi hai detto sedendoti accanto a me con il cellulare che ti vibrava in mano.
"Perché non mi rispondi mai?". Ma tu non mi rispondi neanche a parole, mi guardi triste e mi abbracci per consolarmi ma sei tu a piangere.




1 commento:

Anonimo ha detto...

...ed anche il cielo, per un attimo, tace.